di Lucia Di Giambattista
Con l’introduzione di nuovi adempimenti che aggiornano la Legge n.4/2004 e l’emanazione da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale delle prime linee guida sull’accessibilità in ambito ICT, le Amministrazioni dello Stato sono chiamate ad avere finalmente un ruolo attivo nella diffusione di contenuti e servizi digitali sempre più inclusivi.
Sono passati ormai poco più di quattro anni, quando nell’agosto del 2016 Tim Berners-Lee intervistato dal “NewStatesman” pronunciò la sua famosa frase “If you are not on the web, you will have problems accessing services” che anticipava un primo risultato a livello europeo per il superamento delle diseguaglianze anche nella rete Internet. Nell’ottobre 2016, infatti, il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’Unione europea promulgarono una prima direttiva (Direttiva UE 2102/2016) che riguardava il tema dell’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici.
Oggi, la possibilità che il web diventi accessibile a tutti non è più solo un’idea astratta ed un semplice rispetto di criteri tecnici ma finalmente si sta evolvendo verso una cultura dell’accessibilità, realizzabile attraverso l’attuazione del concetto di “accessibility by design”.
L’Italia è un “Paese precursore” dell’accessibilità, grazie alla Legge n.4/2004 (Legge Stanca) e all’emanazione di diverse circolari e delle prime Linee Guida sull’accessibilità degli strumenti informatici da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID), fornendo alle PA importanti indicazioni riguardanti l’accessibilità nel contesto ICT: ad esempio, come devono essere le postazioni lavoro e l’uso di dispositivi per le persone con disabilità, i criteri tecnici dei siti web e delle app, la verifica tecnica, la verifica soggettiva, etc..
Anche all’interno del Codice dell’Amministrazione Digitale troviamo un importante riferimento dato dall’art.17 che vede nella figura del Responsabile per la transizione al digitale (RTD) un ruolo attivo nel favorire l’accesso da parte delle persone con disabilità agli strumenti informatici e nella promozione dell’accessibilità stessa secondo quanto stabilito dalla Legge n.4/2004.
Dunque, recependo con la Legge n.4/2004 la Direttiva europea sopra citata e conseguentemente con l’entrata in vigore delle linee guida di AGID, il 23 settembre 2020 è da considerarsi una data simbolo per l’accessibilità dei siti web della PA: con la pubblicazione della prima Dichiarazione di Accessibilità per ciascun sito di cui l’amministrazione è titolare, si è fissato quindi il punto di partenza per iniziare a migliorare la fruibilità, l’usabilità e l’accessibilità sia delle informazioni che dei servizi pubblici online a beneficio di tutti, cittadini, imprese e altre amministrazioni.
Questo non è un nuovo adempimento che le amministrazioni stanno subendo, non è uno “switch off”, ma bensì rappresenta per tutti un’occasione per attuare un processo graduale di crescita del proprio livello di maturità nell’ambito dell’inclusione digitale.
Nel momento in cui si inizia a ragionare nei termini dell’accessibility by design anche nell’ambito delle competenze digitali, che sono urgenti nel settore pubblico italiano, molti dei risultati auspicati saranno raggiunti in maniera più agevole e veloce.
Da poco, si è riunito l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità (OND), in capo all’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha delle funzioni di tipo consultive e di supporto tecnico-scientifico nell’ambito delle politiche nazionali in materia di disabilità, occupandosi del loro livello di efficacia ed adeguatezza nel nostro Paese. Nella riunione si è parlato di “adozione di un Codice della disabilità che promuova la considerazione della persona con disabilità nella sua multidimensionalità”, speriamo che tale argomento venga affrontato quanto prima ed in coerenza con quanto già è presente anche nell’ambito ICT.
Un passo è stato fatto, ora bisogna sostenerlo!